Allfoodsicily – Il borgo medievale di Naso, perla dei Nebrodi, tra storia e mito

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In giro per la Sicilia a scoprire e conoscere i tanti borghi di antica storia e tradizioni di cui la Sicilia è ricca, oggi abbiamo visitato per voi Naso, una bellissima cittadina medievale immersa nella Val Demone tra i Monti Nebrodi, davanti le Isole Eolie. Naso, ricco di storia, di arte e tradizioni è attorniato da un piccolo splendido scenario naturale.  

Facilmente raggiungibile, da Palermo; imboccando l’autostrada PA-ME, si esce allo svincolo di Rocca di Caprileone; la si percorre SS 113 direzione Messina e a 9 km s’imbocca il bivio per Randazzo (SS 116 Capo d’Orlando-Randazzo) da Messina; si esce allo svincolo di Brolo; s’imbocca la SS 113 direzione Palermo e a 6 km.si prende il bivio per Randazzo (SS 116 Capo d’Orlando-Randazzo).

Situato a 498 m sul livello del mare, questo paesino prende il nome dal termine latino Nasus che significa “sporgenza”, proprio per la sua posizione strategica a picco sul mare. Nonostante oggi abbia poco più di 3500 abitanti, un tempo tale centro nebroideo era così vasto da  guadagnarsi l’appellativo di “Città”. La cittadina è famosa per aver dato i natali a San Cono, patrono di Naso e del paese omonimo del calatino.

Naso è l’antica Agatirno o Agatirso, fondata nel 1218 a.C. da Agathirnos, uno dei figli di Eolo, Dio dei venti. Nell”Alto Medioevo, la cittadina acquisisce grandezza e prestigio grazie al dominio dei feudatari Ventimiglia: sotto la signoria di Carlo Ventimiglia, il centro nebroideo, infatti, si guadagna l’appellativo di Contea.  Per la sua continua e crescente importanza dell’epoca, successivamente ricevette anche l’appellativo di Città. Naso, inoltre, proprio per la sua posizione isolata, divenne centro di vari ordini monastici. Furono costruite case, chiese, palazzi e una cinta muraria difensiva fornita di cinque porte d’accesso di cui l’unica superstite è la Porta Convento.

Nel 1788 divenne città demaniale per decreto di Ferdinando IV e nel 1820 venne definitivamente abolito il feudalesimo con l’elezione del primo sindaco. Da questo momento in poi, diverse spinte popolari e questioni socio-economiche crearono diversi movimenti in città che condussero alla disgregazione del comune di Naso: parte del territorio acquisì l’indipendenza il 25 giugno del 1925, dando vita al comune di Capo d’Orlando.

Nella riconversione dei monumenti storici al posto del Castello sorse il Teatro Alfieri nel 1873 che è un prestigioso edificio neoclassico situato nel cuore della cittadina messinese, nonchè antico fulcro della sua attività culturale per quasi un secolo. Nel 1920 l’edificio fu trasformato in sala cinematografica. L’impalcatura dei tre ordini di palchi e della muratura di base fu demolita e sostituita da una platea e il boccascena subì un ampliamento, lavori che portarono alla perdita dell’impianto originario. Da quel momento il Teatro Alfieri perse il suo ruolo centrale, finchè fu definitivamente chiuso nel 1950. Solo negli anni’80 se ne progettò la riapertura, con numerosi interventi di ripristino e restauro che si sono recentemente conclusi e ne hanno consentito la riapertura, dando il via all’organizzazione di manifestazioni artistiche di vario genere e di carattere nazionale e internazionale.

Naso è molto famoso per essere il luogo di nascita di San Cono, patrono di Naso e del paese omonimo nel Catanese. San Cono nacque nel 1139 durante il regno di Ruggero II di Sicilia ed era  l’erede del prestigioso casato dei Navacita. Nonostante il dispiacere dei genitori, il Santo decise ben presto di prendere le distanze dal suo destino di ricco nobiluomo, prendendo  i voti nel vicino Monastero di San Basilio. Devoto e amante della vita contemplativa, successivamente si ritirò nella Grotta di San Michele, dove visse diversi anni da eremita. Colto dal desiderio di visitare i Luoghi Sacri, partì alla volta di Gerusalemme e, al suo ritorno, venne a conoscenza della morte dei genitori. Restando fedele alle sue promesse, diede in beneficenza tutto il proprio patrimonio e si ritirò definitivamente nella Grotta di San Michele dove aveva vissuto anni prima.

La leggenda narra che fu proprio in quel luogo che San Cono trovò la morte: un Venerdì Santo, le campane di Naso suonarono senza che nessuno le toccasse e questo fece accorrere i nasitani alla grotta del Santo. Qui si trovarono davanti un San Cono sollevato da terra, seduto e in stato di estasi. 

Tra i monumenti sacri del borgo da visitare è la Chiesa Madre dove al suo interno si trova la Cappella del Rosario. La Chiesa Madre, dedicata ai Santi Apostoli Filippo e Giacomo, è la prima chiesa di Naso, per storia e per importanza. Fondata dai primi coloni che si insediarono a Naso, è realizzata in stile rinascimentale e racchiude opere di straordinaria valenza storica e artistica. L’edificio di culto, a tre navate, si caratterizza per la presenza di ben dieci altari laterali dedicati a diversi Santi.

Di straordinario fascino è la cappella del Rosario, collocata intorno al 1930 al posto della cappella della Madonna del Carmelo. Si tratta di uno straordinario capolavoro marmoreo dello scultore palermitano Bartolomeo Travaglia che incrocia la teologia con i miti dell’antica Grecia, un incredibile percorso storico tra religioni, credenze e misteri esoterici. La sua sontuosa decorazione rappresenta uno dei più importanti riferimenti della decorazione e della scultura seicentesca dell’intera isola siciliana.

Tra le numerose chiese del centro storico da visitare è il Tempio e la Cripta di San Cono, autentico gioiello del cinquecento siciliano, dedicato al patrono del paese. Eretta in corrispondenza della grotta di san Michele, la Chiesa si caratterizza per la presenza di diversi elementi architettonici. Archi in pietra sorretti da colonne, capitelli in stile dorico e un portale riccamente decorato con tralci di vite ed elementi floreali fanno di questa Chiesa una struttura unica. All’interno, pitture del Seicento impreziosiscono l’arredo, come la tela raffigurante la Madonna della Mercede attribuita Francesco Napoli. La Chiesa venne distrutta da un terribile incendio il 25 Gennaio 1920 e subito ricostruita per volere dei cittadini. Il campanile del ‘400 è l’unica struttura rimasta originale dell’edificio.

All’interno del Tempio è visitabile la Cripta di San Cono dedicata al Santo Navacita, che custodisce le reliquie del Santo all’interno di urne d’argento. La Cripta è un’opera d’arte di inestimabile valore, ricca di marmi pregiati e di dipinti che raffigurano i prodigi di San Cono Abate.

Tra i palazzi nobiliari che costellano il centro abitato Palazzo Piccolo è uno dei più importanti della città di Naso. Appartenente alla Famiglia Piccolo di Calanovella è costituito da tre piani: il pianterreno era costituito da quindici ambienti, il primo piano, quello nobiliare, composto da diciassette vani alti quasi cinque metri e un piano attico. Al suo interno era presente anche una Cappella dedicata a Maria Santissima del Rosario

Un fiore all’occhiello della comunità nasitana è il Museo di Arte Sacra allestito nelle “le Catacombe di San Cono”, sotto la chiesa omonima, espone arredi provenienti dagli edifici di culto cittadini e da altri oggetti liturgici. Aperto al pubblico nel maggio del 2002, il Museo si sviluppa in quattro sezioni. Esso presenta ai visitatori opere e suppellettili che vanno dal XV al XVIII secolo tra i quali vi è la Madonna col Bambino Dormiente, una tavola lignea raffigurante la Madonna col Bambino dormiente risalente ai primi decenni del Cinquecento e si ascrive alla cerchia di Joos van Clèeve (Anversa 1485 ca. – 1540)

Tante sono le ragioni che rendono Naso una tappa imperdibile del tour della Sicilia, con la sua storia, la sua tradizione, il suo patrimonio culturale, architettonico e monumentale. La sua visita ci rafforza la consapevolezza che la Sicilia è uno scrigno di bellezza disseminata di tante realtà che per la loro magnificienza la rendono una terra unica e impareggiabile e Naso ne costituisce un tassello importante, per cui è necessario conoscerla.

Pubblicato da allfoodsicily.it

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